INDOTTRINAMENTO SCOLASTICO: COME DISTRUGGERE IL CONCETTO DI FORMAZIONE IN QUATTRO CONFERENZE

In molti avranno pensato che con i giornalisti di Sky Sport che l’anno scorso si presentarono all’Olivelli sputando le peggiori falsità sul mondo ultras e ritenendosi i salvatori del calcio (pur essendo una parte integrante del profitto e delle lobby che hanno distrutto questo sport), lo squallore delle conferenze da proporre agli studenti delle scuole superiori camune abbia raggiunto il massimo storico.
Bisogna tuttavia ricredersi dal momento che l’attuale annata ci ha riservato e ci riserverà incontri decisamente allo stesso livello, se non peggiori.
Nel corso dell’ultimo anno scolastico, infatti, il Liceo Camillo Golgi di Breno e l’ITSS Olivelli di Darfo sono stati teatro di penose (per non dire ridicole) conferenze, sostenute da antiabortisti/antieutanasisti, imprenditori del “Rotary Club”, rappresentanti della Banca di Valle Camonica e chi più ne ha più ne metta.
Questi incontri, che secondo le circolari avrebbero dovuto avere un scopo formativo ben definito (ad esempio quello di “orientare nel mondo del lavoro”), si sono dimostrati uno strumento di indottrinamento ideologico bello e buono.
Il primo di questi fatidici incontri, si è tenuto l’8 Dicembre presso il Liceo di Breno ed ha avuto come ospite il noto neurochirurgo Massimo Gandolfini, nonché “Consultore neurochirurgo della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi presso la Santa Sede”.
La conferenza, dopo un breve momento di riflessione sulla bioetica e di spiegazione di definizioni di alcune patologie, si è rapidamente evoluta in un delirio mal argomentato e apertamente schierato contro l’aborto e contro l’eutanasia; senza lasciare alcuno spazio alle obiezioni di numerosi studenti che oltre a lecite domande sull’argomento, avrebbero voluto esprimere il loro dissenso riguardo a numerosi concetti sentenziati dal primario, tra i quali vogliamo ricordare, poiché causa di numerosi mal di pancia e pruriti alle mani dei presenti studenti: “ Stefano Cucchi è un esempio di eutanasia, anche lui si è lasciato morire in carcere”.
Il secondo di questi incontri si è svolto nell’Aula Magna dell’Olivelli di Darfo tenuto da rappresentanti della Banca di Valle Camonica.
La prima critica che sorge spontanea da un incontro come questo è legata alla tecnicità e alla difficile comprensibilità; infatti, nonostante la presenza anche di studenti frequentanti il corso COS*, solo gli studenti di Ragioneria (nel cui corso è previsto lo studio di Economia Aziendale) hanno avuto modo di comprendere e trarre beneficio da una spiegazione così tecnica e settoriale. Gli altri studenti, esclusi dall’aspetto tecnico dell’incontro, hanno potuto esclusivamente ascoltare becere esaltazioni del ruolo del banchiere nella società e della possibilità per tutti di accedere a questo mondo, solo grazie all’impegno e ai titoli di studio. Non è ridicolo sentirsi dire ciò, dal momento che proprio le banche sono tra i maggiori responsabili della crisi che esiste e che sta facendo inginocchiare un’intera generazione (titoli di studio o meno)?

Ma a quanto pare la crisi non esiste e grazie al solo impegno e ai giusti titoli di studio, ogni problema economico ed occupazionale cessa di esistere. Riflessione cara anche ad un altro gruppo di imprenditori ed esponenti dell’élite borghese camuna, quello del “Rotary Club”, che è stato protagonista di un altro di questi incontri, tenutosi alla sede del BIM di breno sabato 8 marzo e offerto agli studenti del liceo Golgi, in quanto “futura classe imprenditoriale”.
Il Rotary Club è un’associazione di industriali che da tempo si occupa di ipocrite azioni benefiche (e sul concetto di benefico che esprimono avremmo qualche dubbio…), dalla costruzione di un ospedale in Guinea Bissau(Clinica BOR) al “Memoriale delle vittime del Terrorismo e della Violenza Politica”.

Di certo non possiamo che esprimere ribrezzo dinnanzi al tentativo del capitale, all’interno dei suoi disegni di sfruttamento e di prevaricazione, di apparire all’opinione pubblica come un ceto di persone benestanti ma oneste. Riteniamo che la beneficenza non si ottiene con qualche raccolta fondi che nemmeno si avvicina al reddito di coloro che fanno parte di questo “club”, ma che senza giustizia sociale e soprattutto senza uguaglianza la beneficenza non è altro che una colossale presa in giro alla quale non possiamo sottostare. Presa in giro che ci fa incazzare (concedeteci il francesismo) ancora di più, dal momento che assistiamo a nuovi sfratti per le famiglie in difficoltà, all’aumento della povertà e della disoccupazione giovanile e non, a numerosi tagli e privatizzazioni nel settore pubblico e al perseguimento costante di politiche di austerità da parte di tutti i governi degli ultimi anni che NOI (e sottolineiamo NOI, non loro) siamo costretti a subire.
Dinnanzi a degli incontri di questo tipo gli interrogativi sono tanti.
Il primo è: Come mai questi incontri trovano sempre spazio nelle scuole? Perché queste persone, palesemente di parte, vengono continuamente invitate a tenere conferenze per gli studenti? Perché se vengono inoltrate richieste di incontri differenti su iniziativa studentesca, nei peggiori dei casi, ci si imbatte in un iter burocratico infinito che porta alla sepoltura di ogni proposta?
Una risposta a questi quesiti ha bisogno di una premessa.
Siamo coscienti del fatto che la situazione degli studenti in questi anni è radicalmente peggiorata e sappiamo che le prospettive future a livello occupazionale sono preoccupanti per tutti (tranne i soliti noti).
Sintomo di una situazione di questo tipo sono le numerose lotte studentesche e sociali che hanno investito la penisola nell’ultimo biennio, che si sono riunite il 19 Ottobre nella capitale e che verranno ribadite con la nuova chiamata del 13 Aprile.
In una situazione di questo tipo il capitale, come lo stato stesso, si difendono con i propri mezzi e uno di questi è proprio l’indottrinamento ideologico.
Parlare nelle scuole è un’enorme responsabilità, significa comunicare con decine (se non centinaia) di studenti, molti dei quali sottovalutano l’importanza di questo tipo di incontri, assorbendo senza criticità le assurdità proferite. Vogliono farci credere che questa economia, basata sulla disuguaglianza e la prevaricazione sociale, è giusta. Che tutti potremmo avere uno spazio tra il ceto benestante della società.

NOI NON CI STIAMO!

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Vivendo ogni giorno gli effetti della crisi non possiamo che cercare di aprire gli occhi a tutti coloro che partecipano a questi incontri fidandosi di chi ci dice che Stefano Cucchi si è lasciato morire, che diventare uno sfruttatore è l’ambizione più nobile per uno studente, che la crisi non esiste, che le banche private sono il motore della società, che il nostro obiettivo deve essere quello di arrancare all’interno di questa economia e non di cambiarla.
Riteniamo che la risposta a tutto ciò, ancora una volta, passi per la solidarietà (ma quella vera!), nelle piazze, nelle lotte e nella voglia di ribadire ancora una volta il nostro no a questa società per la quale un posto per tutti, nonostante vogliano farci credere il contrario, non esiste.

La Banca Valle si ripresenterà il 28 Marzo per un nuovo incontro, questa volta per insegnare agli studenti a difendersi dalle frodi e dalle truffe. Non ci insegnano invece a difenderci dalle banche stesse che, basandosi sul principio del profitto, hanno determinato la rovina di milioni di persone?

Collettivo Studentesco Camuno

(*): Costruzioni Ambiente e Territorio, ex-geometri.

 

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