Salvini, incoerenza e Mezzogiorno: i post del 2012 direttamente dalla sua pagina

Sono ancora pubblici e liberamente consultabili i post di Facebook del 2012 scritti da Matteo Salvini, quando ancora si augurava la secessione dallo stivale.

Abbiamo cercato di radunare una “top 6” tra quelli più emblematici rispetto al passaggio ideologico improvviso dalla “padania libera” al “prima gli italiani”.

Palesare le incoerenze di un pagliaccio in 6 semplici screen.

Posizione numero 6:
Salvini e Roma
dvsPosizione numero 5:
Salvini e la Calabria
fgbfgbPosizione numero 4:
Salvini e il “ci piace solo la padania”.
ImmaginePosizione numero 3:
Salvini e il “prima gli italiani”
saPosizione numero 2:
Salvini e le donne del sudsdvsdvsdvVINCE:
Salvini vicino agli agricoltori siciliani
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Da Sud a Nord, cacciamo questo idiota dalle nostre città!

8 Novembre, difendiamo Bologna dall’inviasione Leghista!

OLIVELLI: NO ALLE LOCANDINE ANTIFASCISTE SI A QUELLE OMOFOBE

Sembra assurdo ma è così. Negli ultimi tre anni sono stati numerosi i blocchi della presidenza per quanto concerne l’affissione di locandine e volantini che promuovevano eventi o iniziative politiche del nostro Collettivo.
Siamo scandalizzati dal fatto che in questo momento si trovano all’interno dell’istituto numerosissime locandine che promuovono la conferenza omofoba del 9 Giugno 2015, per la quale è stato organizzato un presidio di protesta dal Collettivo Neziole 4 Ovunque, al quale parteciperemo anche noi (evento).
Questa mattina un insegnante si è lamentato di una tale obbrobriosità e ha chiesto di poterla rimuovere. La risposta è stata negativa in quanto sembra che tale locandina sia stata autorizzata dal consiglio d’Istituto.

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Inutile dire che ogni locandina di questo tipo verrà rimossa dai militanti del Collettivo Studentesco Camuno già nelle prossime ore.
Di fronte ad una tale oscenità riportiamo il comunicato di lancio del presidio contro l’omofobia organizzato per il 9 Giugno.

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L’OMOSESSUALITÀ NON È UNA MALATTIA, L’OMOFOBIA SI!

La Valle Camonica, nell’ultimo periodo, sta ospitando due gravissimi eventi all’insegna dell’omofobia e della discriminazione. Uno di questi, agghiacciante, è ad Angolo Terme dove una “casa spirituale” gestita da integralisti cattolici si proporrebbe di “guarire” i “malati di omosessualità” in un percorso di cinque giorni, ovviamente con il pagamento di 185 euro per ogni persona partecipante. Lo scandalo omofobo, tuttavia, si espande ben oltre i confini di Angolo Terme arrivando al teatro “San Filippo” di Darfo, dove l’Avvocato Gianfranco Amato, il 9 Giugno, terrebbe addirittura una conferenza dal titolo “Gender, una minaccia per la famiglia”. È palese che ilimiti della libertà di espressione vengano con questi eventi superati oltre ogni misura, dal momento che diffondere messaggi di intolleranza e di esclusione sociale di una specifica categoria di persone considerata “malata” è semplice istigazione all’odio.
Non è della stessa opinione, a quanto pare, il sindaco di Darfo Ezio Mondini e la relativa amministrazione che, pur essendo di “centro-sinistra” , non perdono occasione di dare spazio ad eventi di pessimo gusto come questo all’interno del comune da loro amministrato.
Come accade purtroppo in diverse parti del mondo e dell’Europa, anche in Italia i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (Lgbti) sono messi a rischio dalla discriminazione e da altri fattori, legislativi, sociali e culturali. Le istituzioni dovrebbero avere l’obbligo di prevenire e contrastare la discriminazione, perché qualsiasi eccezione all’universalità dei diritti umani è inaccettabile.

PER QUESTA RAGIONE IL 9 GIUGNO (GIORNO DELLA CONFERENZA) INDICIAMO UN PRESIDIO PRESSO LA PIAZZA GIACOMO MATTEOTTI DI DARFO DALLE ORE 19:30.

IL PRESIDIO SI COSTITUIRÁ DI INTERVENTI, MUSICA E GOLIARDIA!

NO ALL’OMOFOBIA!

 

Olivelli: Area fumo autogestita, nasce la brigata spazzini

L’area fumo, chiamata “area di tolleranza” dalle istituzioni scolastiche, è la zona dietro la palestra nella quale i fumatori (studenti e insegnanti) trascorrono l’intervallo.
L’esistenza informale di quest’area ha determinato un completo disinteresse da parte del personale scolastico in merito alla pulizia e la manutenzione di questo spazio (sempre più degradato).
Per questa ragione il Collettivo Interno all’Olivelli del CSC ha deciso di mobilitarsi per rendere questo spazio REALMENTE autogestito dagli studenti, invitando chiunque a rispettare l’area ed a partecipare attivamente alla pulizia della stessa. I lavori di riqualificazione dell’area si svilupperanno in questo senso:

1 Attuare una campagna di informazione agli studenti: l’area è nostra e come tale dobbiamo rispettarla. Non è una concessione ma UNA CONQUISTA. Ricordando le multe arrivate l’anno scorso, facciamo presente che la legge (né interna alla scuola né nazionale) prevede questo spazio e quindi si tratta di un’occupazione a tutti gli effetti (seppur tollerata).
Inviteremo quindi tutti gli studenti ad utilizzare gli appositi contenitori per i mozziconi e a non gettarli per terra o, ancor peggio, nel campo da basket o nella “buca del salto in lungo”.
2 Appenderemo una tabella nella quale chiunque, in relazione alle proprie possibilità, potrà rendersi disponibile per la pulizia dell’area.
3 Chiederemo alle istituzioni scolastiche di poter autorizzare gli studenti interessati a poter abbandonare le lezioni momentaneamente per poter svolgere questa funzione.
4 Ci impegneremo ogni Mercoledì alla terza ora a svolgere i lavori di pulizia all’interno dell’area, sicuri che altri studenti si aggregheranno.
5 Riqualificheremo gli spazi degradati e quei pochi spazi verdi pesantemente inquinati.
6 Diffonderemo del materiale informativo sui danni alla saluta derivanti dal fumo e sugli effetti delle droghe leggere.

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Ci teniamo a sottolineare. Con questa mobilitazione intendiamo migliorare le condizioni dello spazio retrostante alla palestra e riqualificare tutti gli spazi pesantemente inquinati.

NON VOGLIAMO INVECE INCENTIVARE IL CONSUMO DI TABACCO, PESANTEMENTE DANNOSO ALLA SALUTE.

Scuola primaria Pascoli: genitori in protesta contro la “riforma della Loggia”

Genitori protestano contro il piano di dimensionamento scolastico degli istituti comprensivi previsto dal comune in città. La proposta consiste in accorpamenti e soppressioni di istituti scolastici del comune. Il motivo? La Regione prevede un minimo di seicento alunni per la nomina di un dirigente effettivo. Diversi istituti vengono quindi uniti ad altri: o in senso materiale, con la riduzione dei plessi scolastici, oppure solo in senso amministrativo, con la creazione di istituti comprensivi più ampi.

Le realtà interessate dall’accorpamento saranno l’Est 1 e 2, con la soppressione dell’elementare Calvino, e il Sud 1 e 3, che formeranno un unico comprensivo, con sede nella scuola primaria Rinaldi. La Crispi sarà invece annessa al Centro 3, a rischio di sottodimensionamento.

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Cambiamenti, questi, che preoccupano i genitori. Per diverse ragioni. Innanzitutto «un istituto comprensivo di 1.700 alunni potrebbe non garantire gli stessi servizi di quando ne aveva 1.276». Per questo i genitori della scuola secondaria di primo grado Pascoli, in via Repubblica Argentina, hanno scritto una lettera indirizzata alla Regione, ente cui spetterà l’ultima parola a riguardo. Ma non solo. Sono anche state raccolte più di 400 firme contro la proposta di modifica. La perplessità deriva anche dalla inevitabile rottura della continuità didattica tra le scuole del circolo smembrato e dalle difficili situazioni logistiche cui andranno incontro le famiglie, costrette a iscrivere i figli in zone spesso molto distanti dalla propria abitazione.

All’Olivelli comincia ad arrivare il materiale per l’allestimento della terza cucina: SOLO LA LOTTA PAGA!

Negli ultimi due giorni abbiamo assistito, specialmente nei social network, ad analisi, considerazioni e commenti più o meno positivi in merito alla scelta degli studenti dell’ITSS Olivelli (Alberghiero) di manifestare e, in un secondo momento, occupare lo stabile destinato da anni a diventare la terza cucina.
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Ogni considerazione negativa, tuttavia, perde di senso dal momento che l’azione degli studenti ha palesato un concetto molto importante: solo la lotta paga.
Paga perché, se in tre anni di promesse da parte delle istituzioni scolastiche sono arrivate solo parole, oggi (Giovedì 27 Novembre) sono arrivati i primi camion con il materiale per allestire, finalmente, questa terza cucina.
La pressione esercitata in queste settimane, l’azione così decisa,semplice e diretta e tanto impegno e convinzione da parte di tutti gli studenti non hanno potuto far altro che smuovere chi di dovere ad intervenire per risolvere questa grave mancanza.
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È infatti inaccettabile che, in un istituto professionalizzante in ambito della ristorazione, manchino delle strutture adeguate e di conseguenza non sia consentito il diritto a poter svolgere le ore di pratica (cucina) previste dal corso di studio degli studenti e già ampiamente pagate con la tassa scolastica.
Con la volontà dichiarata di monitorare la situazione, dal momento che l’arrivo del materiale potrebbe essere solo una trovata per smorzare qualche animo particolarmente acceso e che quindi potrebbe non coincidere con l’inizio reale dei lavori,  ci possiamo ritenere soddisfatti.
Di certo non esiteremo a scendere nuovamente in piazza se la situazione dovesse adottare delle dinamiche diverse da quelle previste.

La vicenda della “terza cucina” è stata emblematica rispetto ad un’organizzazione scolastica gerarchica ed autoritaria nella quale gli studenti non hanno la possibilità di esprimersi se non nel metodo impiegato ieri mattina da parte dei ragazzi dell’Alberghiero.
Non esiste infatti alcuna possibilità, per gli studenti, di prendere decisioni in merito alla gestione ed al funzionamento della scuola né di incidere in qualche modo su di esse. Se la componente studentesca in una scuola è in rapporto di circa 30 a 1 rispetto agli insegnanti, negli organi decisionali i rappresentanti degli studenti sono solo il 21% (senza il diritto di veto!) a differenza degli insegnanti (42%).

Ma la scuola non dovrebbe essere finalizzata alla formazione degli studenti? Perché per gli studenti non è previsto alcun tipo di potere decisionale?

Invitandovi a riflettere su queste considerazioni potete:

ASCOLTARE L’INTERVISTA DI UNO STUDENTE DELL’ALBERGHIERO (ANDREA)

 

Leggere un nostro vecchio articolo nel quale denunciavamo l’assenza totale di studenti nel primo consiglio d’istituto all’Olivelli

Un nostro articolo recente sui limiti della scuola moderna e le le nostre idee per cambiarla

Olivelli: Alberghiero in sciopero per pretendere le ore di laboratorio

Annunciamo per domani mattina una mobilitazione degli studenti dell’istituto Alberghiero (Olivelli).
L’appuntamento è per le ore otto dinnanzi ai cancelli principali della scuola.
Riteniamo doveroso far sentire la nostra voce in quanto la situazione nel nostro istituto è degenerata.

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Non riusciamo infatti, da diversi anni a questa parte, a poter svolgere le ore di attività pratica (cucina) per via dell’assenza di strutture adeguate. A causa del sovraffollamento, infatti, le ore di pratica sono state ridotte a due ore ogni due/tre settimane mentre la tassa scolastica non è diminuita di un centesimo.
Pretendiamo di poter svolgere le attività previste dal nostro corso di studi.
Il progetto della “terza cucina” esiste da diversi anni e sarebbe stato destinato ad ovviare ai bisogni di un aumento considerevole del numero degli studenti, ma non è stato mai realizzato (nonostante gli studenti e le classi siano aumentati!).
Riteniamo disgustoso il fatto che la regione abbia impiegato i propri fondi per dei progetti assolutamente inutili finalizzati al controllo(come quello dei badge,già ampiamente criticati e combattuti da parte del nostro collettivo) e non al diritto allo studio.

Per questo domani manifesteremo per pretendere il diritto allo studio ed alle ore di laboratorio, già ampiamente pagate dal contributo che ogni anno siamo costretti a versare.

DOMANI ORE 8:00 DINNANZI AI CANCELLI DELL’OLIVELLI PER PRETENDERE LA TERZA CUCINA!

Olivelli, in sette punti il fallimento all’esordio dei Badge

Come ci si poteva aspettare, l’introduzione dei Badge all’Olivelli è stata decisamente fallimentare.
Non ci dilungheremo ancora sui motivi per i quali ci siamo opposti, avendo già scritto molto su questa dannosa tecnologia, ma vorremmo un attimo fare un resoconto sull’esordio odierno del “tesserino magnetico”.

Clicca qui per vedere l’articolo precedente sui Badge

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1 Degli antiestetici scatolotti presenti ai vari ingressi, finalizzati a rilevare il Badge di ogni studente, solo alcuni funzionavano.
2 Molti studenti, arrivati in orario, sono stati segnati comunque come ritardatari perché hanno dovuto vagare per la scuola alla ricerca di uno “scatolotto” funzionante.
3 Non c’è stato alcun rilevatore senza coda dalle 7:40 in poi.
4 Non elimina il classico appello (la presenza degli studenti viene comunque verificata in classe da parte degli insegnanti).
5 Non solo non viene eliminato l’appello ma anche le uscite fuori orario dovranno essere comunque segnate dall’insegnante. Per motivi logistici, infatti, non si timbra il Badge all’uscita. E verrebbe da chiedersi, ma allora a che capperi serve?
6 Ancora non sono stati collegati ai registri elettronici degli insegnanti.  In altri termini, al momento, che tu timbra il tuo badge la mattina o te ne strasbatta le palle, resterà una questione tua personalissima in quanto non lo saprà nessuno. Questa situazione è destinata a perdurare dal momento che solo per consegnare i badge sono passati tre mesi, immaginatevi per metterli anche in funzione!
7 Nessun estraneo “malintenzionato” che entrerà a scuola durante l’anno, non essendo provvisto di badge, verrà in qualche modo contrastato da questa tecnologia come ostentato da un articolo pro-badge, approvato dalla presidenza e pubblicato nel giornalino della scuola (si chiama “Voce Studentesca” ma molto studentesca non è…).

Sappiate che la scuola ha investito 10000 euro per questa tecnologia, soldi pubblici stanziati dalla Regione Lombardia e destinati all’azienda Mastercam, l’unica che sembra aver davvero guadagnato qualcosa da questa nuova tecnologia.

Invitiamo nuovamente a rivedere gli articoli scritti in passato sulla questione linkati all’inizio.

Collettivo Studentesco Camuno

Sistemi di autodifesa dalla repressione digitale

Vorremmo con questo articolo cercare di fare un punto della situazione in merito alle tecnologie impiegabili dalla polizia per il controllo (e i relativi escamotage per difendere la propria privacy da certi spioni) ed in merito al trattamento dei dati a fini commerciali che viene costantemente aggiornato in base alle nostre ricerche in internet.

Approfittiamo di questo articolo per invitarvi alla serata di SABATO @ KAG! FREEPTO E TUTTI GLI STRUMENTI PER DIFENDERE LA TUA PRIVACY ONLINE!
a seguire UNDERGROUND party [DOGGOD – NORULEZ – BLAME SOCIETY – DNT]
Evento Facebook

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1) Per prima cosa, questo è il link di un’azienda che si occupa di rifornire le forze di polizia di tecnologie sempre più invasive per il controllo e le indagini.
L’offerta include dei “localizzatori-inseguitori”, sistemi di intercettazione per veicoli e ambienti, sistemi di intercettazione per computer o dispositivi tecnologici di vario genere (alcuni specializzati per Skype), telecamere volanti e satellitari estremamente precise e postazioni operative mobili. Consigliamo di visitare il sito per ulteriori dettagli.
Sito azienda

2) Manualetto in versione PDF per l’autodifesa dalla repressione informatica. L’opuscolo è a cura del Collettivo AvANa.
Versione pdf (download)

3) Articolo che mette a nudo i limiti dei sistemi operativi dei dispositivi “apple”.
La ”backdoor” di iOS che facilita la sorveglianza

4) Forse il più importante, una serie di softwere, programmi ed escamotage per rendere “blindato” il proprio computer!
Tutti gli strumenti per difendere la tua privacy online

Gli studenti non sono vasi da riempire ma fuochi da accendere!

Sospensioni, votacci, note e multe. Sono solo alcuni dei provvedimenti punitivi ai quali la “scuola-azienda” ci ha abituati e che ora vengono considerati come parte integrante del sistema scolastico stesso.

Ci siamo mai chiesti, tuttavia, quali sono state le dinamiche che hanno portato al consolidamento di tali sistemi e quali sono i motivi che hanno determinato un evidente incremento delle dinamiche repressive a scuola negli ultimi anni?
La risposta a queste domande è intrinseca al concetto di “scuola-azienda” e non può prescindere dal ruolo sociale che il capitale è riuscito ad affidare alla scuola, ovvero quello di ”laboratorio di sfruttamento”.

“ Quando arriverai in ritardo sul posto di lavoro verrai licenziato, non lo sai? Ora stai fuori.”
La scuola che dovrebbe potenzialmente costruire delle menti capaci di affrontare il mondo con spirito critico e libero dalle logiche di repressione e di abuso, insegna invece a rispettare categoricamente quelle che sono delle dinamiche sbagliate che caratterizzano l’attuale mondo del lavoro: quello della precarietà, dello sfruttamento e della totale mancanza di dignità. Insomma, il messaggio che passa è che “ritardare è sbagliato, se ritardi rechi danno a te stesso”, come se presentarsi cinque minuti dopo rispetto all’orario stabilito sul posto di lavoro fosse realmente dannoso al ritardatario e non ai profitti di chi sfrutta questo fantomatico ritardatario.

È in un’ottica di questo tipo che entrano in gioco i sistemi repressivi citati all’inizio. In una scuola costruita secondo i più beceri principi dello sfruttamento capitalista (consolidati dalla riforma Renzi-Giannini), non può mancare la repressione che, se nel mondo del lavoro si manifesta con il licenziamento, la riduzione dello stipendio, lo spostamento fisico della locazione di lavoro, a scuola trova applicazione con sospensioni (spesso accompagnate dal lavoro obbligatorio e non pagato di pomeriggio), votacci (che sono diventati una vera e propria retribuzione per lo studente), note e multe ( all’ITSS Olivelli, nel corso del passato anno scolastico, numerosissime sono state le multe per i “fumatori trasgressori”).

Ma queste non sono le uniche espressioni della repressione che ogni giorno viviamo a scuola in quanto lo studente deve confrontarsi ogni giorno con l’autoritarismo. L’autoritarismo è un sistema organizzativo fallimentare ed in netto contrasto con l’istinto umano, destinato per sua natura a fallire. L’autoritarismo a scuola si manifesta con l’assenza di occasioni di confronto, di sviluppo individuale delle proprie conoscenze e competenze. La scuola di oggi infatti, basandosi su un’evidente gerarchia nella quale il professore detiene il potere decisionale sui contenuti e le modalità della lezione, pone lo studente nelle condizioni di ricevere passivamente delle informazioni senza poter ragionare sui propri interessi e le proprie aspirazioni. Noi riteniamo che il bagaglio di conoscenze e di competenze di ogni insegnante sia una risorsa enorme, senza la quale la scuola non avrebbe ragione di esistere, ma che dovrebbe essere impiegato in una crescita collettiva culturale e umana, non in un insegnamento sterile di contenuti.
“Gli studenti non sono vasi da riempire ma fuochi da accendere”.

Ma nella scuola di oggi quello che conta è apprendere quella serie di contenuti decisi dal “ministero della distruzione” ed inseriti nei libri di testo, come se il sapere si possa limitare ad un numero definito di pagine e ad una serie di concetti. Chi li apprende passa, chi non li apprende viene eliminato con la bocciatura. Il fallimento dell’autoritarismo passa proprio da questo, “eliminare fisicamente” gli studenti che non hanno raggiunto gli obiettivi formativi previsti, quando proprio la scuola dovrebbe cercare di accendere gli interessi ed individuare le aspirazioni anche di chi non è riuscito (o semplicemente non ha voluto) apprendere quei concetti che altri hanno ben pensato di insegnarli senza interpellarlo, ritenendo che la scelta della scuola superiore effettuata alla fine delle scuole medie sia realmente la scelta di un percorso scolastico anche se, tanto per cambiare, la meta resta lo sfruttamento e la repressione.

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Ma quali sono le conclusioni che si possono trarre da queste considerazioni?

In una situazione di questo tipo non può che diventare fondamentale lavorare in modo costante ed impegnato nelle scuole, come nei posti di lavoro, passando dalla diffusione informativa del fatto che un altro modello di scuola è possibile e che tutte queste dinamiche non sono l’unico sistema scolastico possibile. Contro ogni “preside sceriffo”, ogni abuso, ogni repressione, ogni attacco alla libertà di espressione e di conoscenza dello studente,  ci troverete ai nostri posti!


Riprendiamoci le scuole, riprendiamoci le nostre vite!

Collettivo Studentesco Camuno