All’Olivelli comincia ad arrivare il materiale per l’allestimento della terza cucina: SOLO LA LOTTA PAGA!

Negli ultimi due giorni abbiamo assistito, specialmente nei social network, ad analisi, considerazioni e commenti più o meno positivi in merito alla scelta degli studenti dell’ITSS Olivelli (Alberghiero) di manifestare e, in un secondo momento, occupare lo stabile destinato da anni a diventare la terza cucina.
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Ogni considerazione negativa, tuttavia, perde di senso dal momento che l’azione degli studenti ha palesato un concetto molto importante: solo la lotta paga.
Paga perché, se in tre anni di promesse da parte delle istituzioni scolastiche sono arrivate solo parole, oggi (Giovedì 27 Novembre) sono arrivati i primi camion con il materiale per allestire, finalmente, questa terza cucina.
La pressione esercitata in queste settimane, l’azione così decisa,semplice e diretta e tanto impegno e convinzione da parte di tutti gli studenti non hanno potuto far altro che smuovere chi di dovere ad intervenire per risolvere questa grave mancanza.
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È infatti inaccettabile che, in un istituto professionalizzante in ambito della ristorazione, manchino delle strutture adeguate e di conseguenza non sia consentito il diritto a poter svolgere le ore di pratica (cucina) previste dal corso di studio degli studenti e già ampiamente pagate con la tassa scolastica.
Con la volontà dichiarata di monitorare la situazione, dal momento che l’arrivo del materiale potrebbe essere solo una trovata per smorzare qualche animo particolarmente acceso e che quindi potrebbe non coincidere con l’inizio reale dei lavori,  ci possiamo ritenere soddisfatti.
Di certo non esiteremo a scendere nuovamente in piazza se la situazione dovesse adottare delle dinamiche diverse da quelle previste.

La vicenda della “terza cucina” è stata emblematica rispetto ad un’organizzazione scolastica gerarchica ed autoritaria nella quale gli studenti non hanno la possibilità di esprimersi se non nel metodo impiegato ieri mattina da parte dei ragazzi dell’Alberghiero.
Non esiste infatti alcuna possibilità, per gli studenti, di prendere decisioni in merito alla gestione ed al funzionamento della scuola né di incidere in qualche modo su di esse. Se la componente studentesca in una scuola è in rapporto di circa 30 a 1 rispetto agli insegnanti, negli organi decisionali i rappresentanti degli studenti sono solo il 21% (senza il diritto di veto!) a differenza degli insegnanti (42%).

Ma la scuola non dovrebbe essere finalizzata alla formazione degli studenti? Perché per gli studenti non è previsto alcun tipo di potere decisionale?

Invitandovi a riflettere su queste considerazioni potete:

ASCOLTARE L’INTERVISTA DI UNO STUDENTE DELL’ALBERGHIERO (ANDREA)

 

Leggere un nostro vecchio articolo nel quale denunciavamo l’assenza totale di studenti nel primo consiglio d’istituto all’Olivelli

Un nostro articolo recente sui limiti della scuola moderna e le le nostre idee per cambiarla

Olivelli, in sette punti il fallimento all’esordio dei Badge

Come ci si poteva aspettare, l’introduzione dei Badge all’Olivelli è stata decisamente fallimentare.
Non ci dilungheremo ancora sui motivi per i quali ci siamo opposti, avendo già scritto molto su questa dannosa tecnologia, ma vorremmo un attimo fare un resoconto sull’esordio odierno del “tesserino magnetico”.

Clicca qui per vedere l’articolo precedente sui Badge

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1 Degli antiestetici scatolotti presenti ai vari ingressi, finalizzati a rilevare il Badge di ogni studente, solo alcuni funzionavano.
2 Molti studenti, arrivati in orario, sono stati segnati comunque come ritardatari perché hanno dovuto vagare per la scuola alla ricerca di uno “scatolotto” funzionante.
3 Non c’è stato alcun rilevatore senza coda dalle 7:40 in poi.
4 Non elimina il classico appello (la presenza degli studenti viene comunque verificata in classe da parte degli insegnanti).
5 Non solo non viene eliminato l’appello ma anche le uscite fuori orario dovranno essere comunque segnate dall’insegnante. Per motivi logistici, infatti, non si timbra il Badge all’uscita. E verrebbe da chiedersi, ma allora a che capperi serve?
6 Ancora non sono stati collegati ai registri elettronici degli insegnanti.  In altri termini, al momento, che tu timbra il tuo badge la mattina o te ne strasbatta le palle, resterà una questione tua personalissima in quanto non lo saprà nessuno. Questa situazione è destinata a perdurare dal momento che solo per consegnare i badge sono passati tre mesi, immaginatevi per metterli anche in funzione!
7 Nessun estraneo “malintenzionato” che entrerà a scuola durante l’anno, non essendo provvisto di badge, verrà in qualche modo contrastato da questa tecnologia come ostentato da un articolo pro-badge, approvato dalla presidenza e pubblicato nel giornalino della scuola (si chiama “Voce Studentesca” ma molto studentesca non è…).

Sappiate che la scuola ha investito 10000 euro per questa tecnologia, soldi pubblici stanziati dalla Regione Lombardia e destinati all’azienda Mastercam, l’unica che sembra aver davvero guadagnato qualcosa da questa nuova tecnologia.

Invitiamo nuovamente a rivedere gli articoli scritti in passato sulla questione linkati all’inizio.

Collettivo Studentesco Camuno

Sistemi di autodifesa dalla repressione digitale

Vorremmo con questo articolo cercare di fare un punto della situazione in merito alle tecnologie impiegabili dalla polizia per il controllo (e i relativi escamotage per difendere la propria privacy da certi spioni) ed in merito al trattamento dei dati a fini commerciali che viene costantemente aggiornato in base alle nostre ricerche in internet.

Approfittiamo di questo articolo per invitarvi alla serata di SABATO @ KAG! FREEPTO E TUTTI GLI STRUMENTI PER DIFENDERE LA TUA PRIVACY ONLINE!
a seguire UNDERGROUND party [DOGGOD – NORULEZ – BLAME SOCIETY – DNT]
Evento Facebook

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1) Per prima cosa, questo è il link di un’azienda che si occupa di rifornire le forze di polizia di tecnologie sempre più invasive per il controllo e le indagini.
L’offerta include dei “localizzatori-inseguitori”, sistemi di intercettazione per veicoli e ambienti, sistemi di intercettazione per computer o dispositivi tecnologici di vario genere (alcuni specializzati per Skype), telecamere volanti e satellitari estremamente precise e postazioni operative mobili. Consigliamo di visitare il sito per ulteriori dettagli.
Sito azienda

2) Manualetto in versione PDF per l’autodifesa dalla repressione informatica. L’opuscolo è a cura del Collettivo AvANa.
Versione pdf (download)

3) Articolo che mette a nudo i limiti dei sistemi operativi dei dispositivi “apple”.
La ”backdoor” di iOS che facilita la sorveglianza

4) Forse il più importante, una serie di softwere, programmi ed escamotage per rendere “blindato” il proprio computer!
Tutti gli strumenti per difendere la tua privacy online

Olivelli: Primo consiglio di Istituto senza studenti

Olivelli: Il primo consiglio di Istituto è stato convocato senza la presenza alcuna della componente studentesca.
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Chiedendo spiegazioni, sembra che tale decisione sia stata presa in virtù di una norma che prevede la decaduta dei rappresentanti degli studenti a Giugno, quindi inesistenti fino alla nuova elezione (fine Ottobre).

Ancora una volta, tuttavia, ci si dimentica di un’altra norma, presente nello statuto degli studenti: ” Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento. ”

In questo caso gli studenti non sono stati neanche presi in considerazione. Ma la scuola esiste per gli studenti o per chi? Perché non vengono mai presi in considerazione nel momento in cui vengono prese delle decisioni?

Parallelamente sono state impedite (appellandosi alla stessa norma, contestabile allo stesso modo) tutte le assemblee di classe fino alla nuova elezione dei rappresentanti (fine Ottobre). Altro che diritto di assemblea!

In attesa di un verbale (sperando che arrivi) dal consiglio degli sceriffi, la sola cosa chiara è che saranno vietati i “cappellini” nei corridoi. Insomma,volante della polizia una volta a settimana fuori dai cancelli, “badge” introdotti e non funzionanti, polizia stabilmente sistemata in un apposito ufficio all’entrata legittimata a girovagare per la scuola in cerca di infrazioni, fumatori ghettizzati in un’area di tolleranza conquistata a fatica, ora si arriva a vietare i cappellini! Viene un po’ da ridere. Sembra che la nostra scuola stia diventando sempre di più un carcere.

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Anche per questo, vi aspettiamo il 16 Ottobre alle ore 9:30 in piazza tredici Martiri (Lovere) per un presidio studentesco.

#iononcisto

Olivelli: senza banchi né lavagna, la sorpresa delle classi quinte del corso ex-Geometri

Sorprendente inizio di scuola per le classi quinte del corso CAT (Costruzioni, Ambiente e Territorio) che, una volta arrivati a scuola per affrontare il primo giorno, si sono accorti di non avere un’aula.
Gli studenti sono stati infatti collocati in alcuni ex-laboratori assolutamente sprovvisti del materiale necessario per svolgere le lezioni, a partire dai banchi per arrivare alla lavagna.
Se in alcune aule hanno provveduto gli studenti stessi a recuperare tutto ciò che mancava, alcune classi si trovano tutt’ora in uno stato di totale inadeguatezza per affrontare l’anno scolastico.
Anche le classi che sono riuscite a rendere la propria aula vivibile da un punto di vista scolastico non mancano di riscontrare numerosi problemi, dalla mancanza dell’interruttore delle luci ai caloriferi.
Tutto questo nel pieno dell’avanzamento tecnologico in tema di repressione e di controllo a partire dai nuovissimi e assolutamente inutili “Badge” che ancora non sono entrati in funzione, per arrivare ai “tablet” consegnati ad ogni insegnante per usufruire comodamente del “registro elettronico”.
Quasi una presa in giro, ma la “scuola-azienda” sembra avere delle priorità ben precise, lontane dalla formazione degli studenti!

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Per questi e per altri motivi invitiamo tutti gli studenti (ancora in via informale) ad un’assemblea pubblica che si terrà Mercoledì prossimo all’ITSS Olivelli. Quando sarà completato il percorso burocratico per chiedere un’aula da utilizzare nel pomeriggio che possa ospitare l’assemblea, verrà lanciato l’evento ufficiale.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!    #iononcisto  #10Ottobre #16Ottobre

Lovere: Presidio a sostegno della resistenza palestinese

Il Collettivo Studentesco Camuno organizza un presidio Martedì 5 Agosto a sostegno del popolo palestinese resistente.

L’appuntamento è alle 18:30 sul lungolago di Lovere, davanti alla Piazza Tredici Martiri (location del presidio antifascista 2013).

Facciamo nostro l’appello lanciato dai compagni di Torino che riportiamo qui sotto:

Per una palestina libera! Appello alla mobilitazione nazionale

Sono oltre 200 i morti ad oggi dall’inizio dell’operazione israeliana “bordo protettivo”, l’ennesimo massacro che avviene sotto gli occhi di tutti e con il beneplacito delle potenze mondiali.

Avrebbero voluto nella giornata di ieri far tacere la popolazione della Striscia di Gaza, con una tregua che per nulla teneva in considerazione le priorità di una popolazione che con immenso coraggio continua a resistere. La proposta è stata rispedita al mittente poiché nessun accenno veniva fatto sull’embargo, sui prigionieri torturati e detenuti illegalmente nelle carceri israeliane, sul diritto al ritorno, sulla giustizia per i troppi morti, sul desiderio di riprendersi la propria terra e le proprie case.

Mentre gli abitanti della Striscia vengono bombardati a tutte le ore, troppe sono le complicità da smascherare, in occidente ma anche tra i paesi arabi.
Da denunciare pubblicamente è anche chi oggi collabora con Israele, rendendo possibile quella prigione a cielo aperto che è la Striscia di Gaza e un territorio, la Cisgiordania, che Israele vorrebbe totalmente sotto il proprio controllo.

Scendiamo in piazza, mobilitiamoci ancora una volta con parole chiare e coraggiose.

Sempre a fianco della Resistenza!

Per una Palestina libera!

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CASA: TRIPLO VITTORIOSO PICCHETTO ANTISFRATTO A CHIARI, ESINE E BRESCIA

Riportiamo di seguito, citando la fonte, l’articolo pubblicato sul sito di Radio Onda d’Urto in merito alle mobilitazioni per la casa che hanno coinvolto anche la Valle Camonica, con un piccheto da parte degli attivisti del Collettivo Provincialotta e del Collettivo Studentesco Camuno.

Vittoriosa lotta per il diritto all’abitare anche oggi, lunedì 9 giugno 2014, nel Bresciano.

Comitato provinciale contro gli sfratti e Diritti per Tutti erano mobilitati in via Ricci, 10 a Chiari,per bloccare il terzo accesso dell’ufficiale giudiziario a casa di una famiglia marocchina. Il papà, muratore in Italia dal 1989, ha perso il lavoro a fine 2011 e non ha più potuto pagare l’affitto dell’abitazione dove vive con la moglie e tre figli minori, tra i nove e i quattordici anni, nati in Italia. Sfratto bloccato e rinvio al 15 settembre, anche grazie alla disponibilità dimostrata dal proprietario di casa.

Un altro picchetto antisfratto era invece in calendario a Brescia città, in via Codignole: blocco riuscito e rinvio ai primi di settembre. Un risultato importante visto che la prima proposta – si fa per dire – avanzata alla famiglia marocchina era stato il rimpatrio. Sentiamo al riguardo la voce di Nissrine, nove anni, che abita proprio in via Codignole.

Dallo sfratto di via Codignole le interviste realizzate da Umberto, della Redazione

Un’ulteriore azione si è conclusa nel pomeriggio ad Esine, in Valcamonica, con un rinvio dello sfratto, al primo accesso dell’ufficiale giudiziario, al prossimo 7 Luglio.
A rischiare di finire in mezzo alla strada era una famiglia con quattro figli. Il proprietario era intenzionato ad eseguire a tutti i costi lo sfratto. Solo la determinazione degli attivisti del collettivo ProvinciaLotta e migranti presenti in buon numero al picchetto ha permesso di ottenere il rinvio di un mese.

Ci ha raccontato com’è andata, Ugo, del collettivo ProvinciaLotta.
Ascolta

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LA BUFALA DELLA SCABBIA: IL RAZZISMO È L’UNICA MALATTIA

Qualche piccola considerazione sul caso “scabbia” in Valle Camonica, strumentalizzata dalle destre come “contagio dovuto all’immigrazione”.

RAGIONAMENTO DI FONDO: Se partiamo dal presupposto che la scabbia è una malattia diagnosticabile a chiunque (italiani, marocchini o filippini) e che nessuno si ammali volontariamente per il solo gusto di contagiare il popolo italiano, accusare l’immigrato di portare malattie è una cazzate pazzesca.
Ragionando in questo modo, se domani il vostro compagno di banco destroide vi attaccherà il raffreddore, sentitevi legittimati a cacciare dall’Italia tutti i destroidi (ed avrete tutto il nostro sostegno, tra l’altro!).

CONTAGIO PARTITO DA CEVO: L’origine del contagio è a Cevo. I primi casi sono stati una signora anziana e la rispettiva badante. Nessuno, escludendo i cervelloni di estrema destra, può sapere chi ha di fatto attaccato il morbo a chi.
La cosa sicura è che ammalarsi non è un atto volontario e che sarebbe potuto capitare a chiunque (immigrato o meno!).
Di sicuro la colpa non è dell’immigrazione in quanto la signora anziana è originaria di Cevo (paese situato in alta Valle Camonica non a nord dell’Africa!) e la badante di origine straniera, comunque, non è arrivata in valle la settimana scorsa e di conseguenza si è ammalata in Italia. Non ha importato nessuna malattia!
La scabbia, infatti, non è mai scomparsa dall’Italia!
Dal 2000 ad oggi i casi registrati sono sempre stati in lieve aumento portando il numero degli infettati annuali da 2500/3000(Annata 1989) a circa 6000 (Anni 2000-2001). La malattia affligge tra l’uno e il dieci percento della popolazione mondiale.

SCABBIA,NON PESTE: Come spiegato dal Direttore Sanitario dell’ASL di Valle Camonica, la scabbia è una malattia curabile e banalissima, seppur fastidiosa.
La scabbia è una comune infezione della pelle, simile alla varicella. L’infestazione è possibile in ogni periodo dell’anno, anche se risulta più frequente in inverno che in estate, per la tendenza al sovraffollamento in luoghi chiusi (non certo per il colore della pelle o per le origini geografiche!).

Non è troppo facile prendersela con l’immigrato che come te è vittima della crisi piuttosto che con il capitalismo che di questa crisi è il responsabile?
Commento del Direttore Sanitario in merito alla pericolosità della scabbia!vignetta_razzista2

INDOTTRINAMENTO SCOLASTICO: COME DISTRUGGERE IL CONCETTO DI FORMAZIONE IN QUATTRO CONFERENZE

In molti avranno pensato che con i giornalisti di Sky Sport che l’anno scorso si presentarono all’Olivelli sputando le peggiori falsità sul mondo ultras e ritenendosi i salvatori del calcio (pur essendo una parte integrante del profitto e delle lobby che hanno distrutto questo sport), lo squallore delle conferenze da proporre agli studenti delle scuole superiori camune abbia raggiunto il massimo storico.
Bisogna tuttavia ricredersi dal momento che l’attuale annata ci ha riservato e ci riserverà incontri decisamente allo stesso livello, se non peggiori.
Nel corso dell’ultimo anno scolastico, infatti, il Liceo Camillo Golgi di Breno e l’ITSS Olivelli di Darfo sono stati teatro di penose (per non dire ridicole) conferenze, sostenute da antiabortisti/antieutanasisti, imprenditori del “Rotary Club”, rappresentanti della Banca di Valle Camonica e chi più ne ha più ne metta.
Questi incontri, che secondo le circolari avrebbero dovuto avere un scopo formativo ben definito (ad esempio quello di “orientare nel mondo del lavoro”), si sono dimostrati uno strumento di indottrinamento ideologico bello e buono.
Il primo di questi fatidici incontri, si è tenuto l’8 Dicembre presso il Liceo di Breno ed ha avuto come ospite il noto neurochirurgo Massimo Gandolfini, nonché “Consultore neurochirurgo della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi presso la Santa Sede”.
La conferenza, dopo un breve momento di riflessione sulla bioetica e di spiegazione di definizioni di alcune patologie, si è rapidamente evoluta in un delirio mal argomentato e apertamente schierato contro l’aborto e contro l’eutanasia; senza lasciare alcuno spazio alle obiezioni di numerosi studenti che oltre a lecite domande sull’argomento, avrebbero voluto esprimere il loro dissenso riguardo a numerosi concetti sentenziati dal primario, tra i quali vogliamo ricordare, poiché causa di numerosi mal di pancia e pruriti alle mani dei presenti studenti: “ Stefano Cucchi è un esempio di eutanasia, anche lui si è lasciato morire in carcere”.
Il secondo di questi incontri si è svolto nell’Aula Magna dell’Olivelli di Darfo tenuto da rappresentanti della Banca di Valle Camonica.
La prima critica che sorge spontanea da un incontro come questo è legata alla tecnicità e alla difficile comprensibilità; infatti, nonostante la presenza anche di studenti frequentanti il corso COS*, solo gli studenti di Ragioneria (nel cui corso è previsto lo studio di Economia Aziendale) hanno avuto modo di comprendere e trarre beneficio da una spiegazione così tecnica e settoriale. Gli altri studenti, esclusi dall’aspetto tecnico dell’incontro, hanno potuto esclusivamente ascoltare becere esaltazioni del ruolo del banchiere nella società e della possibilità per tutti di accedere a questo mondo, solo grazie all’impegno e ai titoli di studio. Non è ridicolo sentirsi dire ciò, dal momento che proprio le banche sono tra i maggiori responsabili della crisi che esiste e che sta facendo inginocchiare un’intera generazione (titoli di studio o meno)?

Ma a quanto pare la crisi non esiste e grazie al solo impegno e ai giusti titoli di studio, ogni problema economico ed occupazionale cessa di esistere. Riflessione cara anche ad un altro gruppo di imprenditori ed esponenti dell’élite borghese camuna, quello del “Rotary Club”, che è stato protagonista di un altro di questi incontri, tenutosi alla sede del BIM di breno sabato 8 marzo e offerto agli studenti del liceo Golgi, in quanto “futura classe imprenditoriale”.
Il Rotary Club è un’associazione di industriali che da tempo si occupa di ipocrite azioni benefiche (e sul concetto di benefico che esprimono avremmo qualche dubbio…), dalla costruzione di un ospedale in Guinea Bissau(Clinica BOR) al “Memoriale delle vittime del Terrorismo e della Violenza Politica”.

Di certo non possiamo che esprimere ribrezzo dinnanzi al tentativo del capitale, all’interno dei suoi disegni di sfruttamento e di prevaricazione, di apparire all’opinione pubblica come un ceto di persone benestanti ma oneste. Riteniamo che la beneficenza non si ottiene con qualche raccolta fondi che nemmeno si avvicina al reddito di coloro che fanno parte di questo “club”, ma che senza giustizia sociale e soprattutto senza uguaglianza la beneficenza non è altro che una colossale presa in giro alla quale non possiamo sottostare. Presa in giro che ci fa incazzare (concedeteci il francesismo) ancora di più, dal momento che assistiamo a nuovi sfratti per le famiglie in difficoltà, all’aumento della povertà e della disoccupazione giovanile e non, a numerosi tagli e privatizzazioni nel settore pubblico e al perseguimento costante di politiche di austerità da parte di tutti i governi degli ultimi anni che NOI (e sottolineiamo NOI, non loro) siamo costretti a subire.
Dinnanzi a degli incontri di questo tipo gli interrogativi sono tanti.
Il primo è: Come mai questi incontri trovano sempre spazio nelle scuole? Perché queste persone, palesemente di parte, vengono continuamente invitate a tenere conferenze per gli studenti? Perché se vengono inoltrate richieste di incontri differenti su iniziativa studentesca, nei peggiori dei casi, ci si imbatte in un iter burocratico infinito che porta alla sepoltura di ogni proposta?
Una risposta a questi quesiti ha bisogno di una premessa.
Siamo coscienti del fatto che la situazione degli studenti in questi anni è radicalmente peggiorata e sappiamo che le prospettive future a livello occupazionale sono preoccupanti per tutti (tranne i soliti noti).
Sintomo di una situazione di questo tipo sono le numerose lotte studentesche e sociali che hanno investito la penisola nell’ultimo biennio, che si sono riunite il 19 Ottobre nella capitale e che verranno ribadite con la nuova chiamata del 13 Aprile.
In una situazione di questo tipo il capitale, come lo stato stesso, si difendono con i propri mezzi e uno di questi è proprio l’indottrinamento ideologico.
Parlare nelle scuole è un’enorme responsabilità, significa comunicare con decine (se non centinaia) di studenti, molti dei quali sottovalutano l’importanza di questo tipo di incontri, assorbendo senza criticità le assurdità proferite. Vogliono farci credere che questa economia, basata sulla disuguaglianza e la prevaricazione sociale, è giusta. Che tutti potremmo avere uno spazio tra il ceto benestante della società.

NOI NON CI STIAMO!

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Vivendo ogni giorno gli effetti della crisi non possiamo che cercare di aprire gli occhi a tutti coloro che partecipano a questi incontri fidandosi di chi ci dice che Stefano Cucchi si è lasciato morire, che diventare uno sfruttatore è l’ambizione più nobile per uno studente, che la crisi non esiste, che le banche private sono il motore della società, che il nostro obiettivo deve essere quello di arrancare all’interno di questa economia e non di cambiarla.
Riteniamo che la risposta a tutto ciò, ancora una volta, passi per la solidarietà (ma quella vera!), nelle piazze, nelle lotte e nella voglia di ribadire ancora una volta il nostro no a questa società per la quale un posto per tutti, nonostante vogliano farci credere il contrario, non esiste.

La Banca Valle si ripresenterà il 28 Marzo per un nuovo incontro, questa volta per insegnare agli studenti a difendersi dalle frodi e dalle truffe. Non ci insegnano invece a difenderci dalle banche stesse che, basandosi sul principio del profitto, hanno determinato la rovina di milioni di persone?

Collettivo Studentesco Camuno

(*): Costruzioni Ambiente e Territorio, ex-geometri.

 

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SIAMO TUTTI NELLA STESSA VALLE: TERRORISTA È CHI DEVASTA, INQUINA E MILITARIZZA I TERRITORI

Circa 600 imputati, più di un migliaio di indagati, decine di persone sottoposte a varie restrizioni (obbligo o divieto di dimora, foglio di via), multe da centinaia di migliaia di euro, un processo contro 53 no tav condotto in un’aula bunker, diversi compagni da mesi agli arresti domiciliari. In questi numeri si può leggere l’accanimento repressivo contro il movimento no tav. Nella crociata condotta dalla Procura di Torino si è aggiunto ad agosto un nuovo capitolo: no tav indagati per “attentato con finalità di terrorismo” – e sottoposti per questo a misure restrittive – per una delle tante passeggiate di lotta contro il cantiere di Chiomonte.

Dopo mesi di criminalizzazione mediatica, arriviamo al 9 dicembre, quando quattro notav (Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò) vengono arrestati su mandato della Procura di Torino perché accusati di aver partecipato ad un’azione contro il cantiere avvenuta nella notte fra il 13 e il 14 maggio. Un’azione che, come già accaduto nelle pratiche del nostro movimento, aveva danneggiato alcune attrezzature del cantiere. Per la Procura di Torino si tratta di “attentato con finalità di terrorismo”. Per noi si tratta di una legittima resistenza. L’accusa di “terrorismo” comporta delle pene molto pesanti. Ma nell’inchiesta della Procura torinese si va ben oltre: vengono utilizzati per la prima volta in Italia articoli che definiscono “terrorista” qualsiasi forma di resistenza a quanto deciso dai poteri economici e politici. Ogni imposizione dello Stato, secondo i Pm Rinaudo e Padalino, ammette tutt’al più la lamentela, ma non l’opposizione attiva. Insomma, in questo tentativo di attaccare frontalmente il movimento no tav si sperimentano dei modelli che potranno essere applicati in futuro ad ogni forma di dissenso reale. Ne va della libertà di tutti.

Oggi abbiamo anche in Vallecamonica un esempio lampante di come il capitalismo stia procedendo indisturbato nella devastazione dei territori portandosi dietro una scia di malattie e morte che colpiscono tutti, mentre i profitti sono sempre per pochi. A Forno Allione è in corso un disastro ambientale. Sono stati abbandonati ceneri e residui di bauxite con elevate concentrazioni di cianuri e floruri da un’azienda fallita dopo aver licenziato tutti i suoi lavoratori. Rivoli di acqua inquinata si muovono verso il fondo valle ad ogni precipitazione. Dalla Tav ai rifiuti ci stanno avvelenando e lo fanno utilizzando i nostri soldi e il nostro sudore.

 I principali luoghi comuni sul TAV, ovvero perché siamo NOTAV.

SENZA LA TORINO-LYON IL PIEMONTE SAREBBE ISOLATO DALL’EUROPA.

In realtà il Piemonte è già abbondantemente collegato all’Europa e soprattutto attraverso la Valle di Susa. In questa valle esistono già due strade statali, un’autostrada e una linea ferroviaria passeggeri e merci a doppio binario. Esiste perfino la cosiddetta autostrada ferroviaria (trasporto dei TIR su speciali treni-navetta). Sono tutte linee di collegamento con la Francia attraverso due valichi naturali (Monginevro e Moncenisio) e due tunnel artificiali (Frejus ferroviario e autostradale). Il tutto in un fondo-valle largo in media 1,5 km ! A fatica ci sta anche un fiume, la Dora Riparia, che di tanto in tanto va in piena…

LE LINEE FERROVIARIE ESISTENTI SONO SATURE.

In realtà l’attuale linea ferroviaria Torino-Modane è utilizzata solo al 38% della sua capacità. Le navette per i TIR partono ogni giorno desolatamente vuote. (Ma sono state riscoperte e prese d’assalto nel periodo di chiusura del Frejus per incendio). Il collegamento ferroviario diretto Torino-Lyon è stato soppresso per mancanza di passeggeri.

LA LINEA E’ QUASI TUTTA IN GALLERIA. CHE MALE FA?

In realtà fa malissimo. Il tracciato prevede una galleria di 23 km all’interno del Musinè, montagna molto amiantifera. La talpa che perforerà la roccia immetterà nell’aria un bel po’ di fibre di amianto. Invisibili e letali. Il vento le porterà dappertutto. Il foehn le porterà fin nel centro di Torino. Respirare fibre di amianto provoca un tumore dei polmoni (mesotelioma pleurico) che non lascia scampo. L’amianto è un materiale fuori legge dal 1977. Scavare gallerie in un posto così è illegale e criminale. E ancora: il tunnel Italia-Francia di 53 km scavato dentro al Massiccio dell’Ambin incontrerà (oltre a falde e sorgenti che andranno distrutte) anche roccia contenente uranio. E ancora: una linea in galleria si porta appresso tante gallerie minori, trasversali a quella principale. Si chiamano gallerie di servizio, o più simpaticamente, ‘finestre’. Ce ne saranno 12! Con altrettanti cantieri, tutti a ridosso di centri abitati. Sarà un inferno di rumore, polvere, camion avanti e indietro per le strette vie dei paesi, di giorno e di notte, per 15 anni almeno. E ancora: la perforazione di tratti montani così lunghi vicino a centri densamente abitati potrà prosciugare le falde idriche e gli acquedotti, come accaduto per le gallerie TAV del Mugello, oggetto di processi per disastro ambientale.

QUEST’OPERA FA BENE ALL’ECONOMIA, PERCHE’ METTE IN MOTO CAPITALI PRIVATI.

In realtà il costo stimato di 20 miliardi di euro è tutto a carico della collettività. Tutto denaro pubblico, ma affidato a privati, secondo la diabolica invenzione del general contractor.Garantisce lo Stato Italiano. Nessun privato ci metterà un euro, soprattutto dopo l’esperienza del tunnel sotto la Manica che ha mandato in fallimento chi ne aveva acquistato i bond. I tantissimi soldi che servono a quest’opera verranno tolti alle linee ferroviarie esistenti (già disastrate), a ospedali, scuole, e a tutti i servizi di pubblica utilità, e allo sviluppo delle energie rinnovabili destinate a sostituire il petrolio. E ancora: è già previsto che la nuova linea ferroviaria Torino-Lyon avrà altissimi costi di gestione e che sarà in perdita per decine e decine di anni. E ancora: nonostante la maggior parte del tracciato sia in territorio francese, il governo italiano si è impegnato a sobbarcarsi il costo dei due terzi della tratta internazionale (Borgone – St.-Jean-de-Maurienne). Ogni giorno spendiamo 30000 € per mantenere l’apparato militare che difende il cantiere dai cittadini della Valsusa, ora la mafia può usare lo stato per difendere i suoi interessi. Tanto paghiamo noi.

 

Oggi hai la possibilità di fare un’offerta per le spese legali dei ragazzi processati.

Domani potrai prendere parte a questa lotta o potremmo smettere di farci avvelenare in silenzio e prendere esempio dal popolo resistente della Valsusa.

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